Si racconta che quando (…) incontrò per la prima volta Joice, lui stesse
per, lui Joice, dare alle stampe L’Ulisse. Nessuno lo aveva ancora
letto, ma in europa tutti parlavano del romanzo che avrebbe
definitivamente cambiato la percezione della realtà dell’uomo. Io
immagino la tensione e il timor reverenziale che dovettero investire lo
scrittore (…). Joice, si diceva nei caffè letterari dell’epoca, era
anche un tipo poco loquace e un po’ antipatico, ma era joice.
Noro
kureyon arriva nelle mie mani come una leggenda, ho l’immaginazione
galoppa verso hokkaido e quando prendo in mano il gomitolo, per forza
sono emozionata. lo avvicino al naso, ne sono certa, non è la mia
immaginazione, ma questa lana odora di pecora, ma anche di incenso. Poi
leggo l’etichetta in inglese dove c’è scritto “the World of nature” e
l’immaginazione fa centro con la realtà. Con delicatezza mi prendo il
gomitolo tra le mani, lo schiaccio, lo srotolo e vedo per la prima volta
la follia dei colori. Io so come fa il maestro a dare queste tinte, ho
studiato, mi sono documentata, eppure non potevo essere preparata. Non
si tartta solo dei colori, ma anche il filato che è irregolare,
scabroso, ma anche tenero accidenti!. La bellezza non è una accademia di
centimetri, una cartina tornasole delle sfumature, una costante da
ripetere una volta che si è im
parata la formula. La bellezza, quella
vera, forse deve essere abbracciata vitalmente alla realtà e ricordarci
di come l’unico modo per fare bello il mondo è quello di non dimenticare
la materia imperfetta dell’esistenza. Io, anche se magari sarà anche
antipatico, un caffè dovrò provare ad offrirglielo un giorno al maestro
Eisaku.
Emozionanti le tue descrizioni delle lane! Ma non forzate! So che cosa vuol dire tenere in mano un gomitolo che ti sconvolge per i suoi colori o per la sua morbidezza o più semplicemente per quello che ti aspetti diventerà!
RispondiEliminaGrazie, mi fa piacere ti siano piaciute, se c'è qualche filato che vuoi recensire mi farebbe piacere condividerlo.
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