lunedì 8 luglio 2013

Lindbergh, Verdi e drops, imparare a volare

Il formato è impegnativo.
Come certe imprese storiche. Più che all’Aida o al Rigoletto però, Verdi mi fa pensare a Lindbergh. Ad un certo punto qualcuno provò a fare quello che nessuno aveva ancora immaginato e tentato, ed invece di farlo con un biplano, l’aereo all’epoca più affidabile, lo fece con un monoplano. Per fare la trasvolata, l’azienda produttrice del velivolo non volle partecipare in alcun modo, era maggiore il timore di non riuscire che lo stimolo a provare e a rimanere nella storia.
Per dirne ancora una, aveva dovuto ampliare il serbatoio per avere il carburante sufficiente per volare da New York a Parigi, da solo. La modifica al serbatoio aveva avuto come inconveniente quello di privare della vista frontale il pilota!
Cioè, alla guida di spirit of st. Louis, Lindbergh ha volato per più di 33h senza vedere l’orizzonte.

Quando prendi in mano i 350gr di filato, per più di un chilometro e duecento metri, la sensazione è quella di perderci il fiato e di non vederne la fine, è come essere in volo su un aereo di legno e non vedere l’orizzonte.

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